Descrizione
In 8°, m. pelle no coeva, pp. 391 + 39 inc. xilografiche (7,5 x 6 cm) raffiguranti Satana, nei suoi molteplici aspetti, con i suoi adepti ed alcune scene di malefici. Front. su ricca e pregevole inc. Testata. Capilettera. Tagli spruzzati blu, piatti marmorizzati. La stesura del Compendium Maleficarum si colloca molto probabilmente durante il soggiorno del suo autore in Germania, alla corte di Guglielmo III, duca di Julich-Clevenberg nel 1608. Frate dell’ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus, Guaccio nacque a Milano in data incerta ma collocabile nei decenni centrali del Cinquecento. Risale, infatti, proprio al 1605 la sua convocazione al capezzale del duca Guglielmo, afflitto da una strana malattia. Ravvisando alcuni sintomi che per l’epoca non erano per niente rari, il frate pronunciò la sua diagnosi: era Satana, il perfido signore degli inferi, invocato dalla detestabile figura di un mediatore terreno che in cambio d’effimeri vantaggi gli avrebbe ceduto l’anima. Dopo aver giustificato il suo libro con lo scopo di contrastare l’arroganza degli stregoni, che andava sempre più crescendo, egli elencò i vari tipi di maleficio di amore e di odio, i legamenti, le malattie causate dai demoni; nell’ultima parte spiegò i rimedi divini e naturali per le vittime della stregoneria, oltre a dare formule per esorcizzare cibi e medicamenti.